Immaginare il Futuro della cooperazione
Quando si parla di futuro della cooperazione, Fabrica c’è. Decine di imprese cooperative aderenti a Legacoop Liguria si sono date appuntamento all’auditorium del Museo Galata in occasione della tappa ligure della conferenza programmatica ‘Immagina – Costruiamo il futuro della cooperazione’ che vedrà il suo evento finale a Roma ad aprile. Perché per costruire il futuro della cooperazione, bisogna avere anche la capacità di immaginarla.
Alla presenza di Mattia Rossi, presidente di Legacoop Liguria e Simone Gamberini, presidente nazionale di Legacoop, si è discusso concretamente di proposte per migliorare e adeguare il modello cooperativo alla transizione per una comunità che solo in Liguria conta 300 imprese, con 16.000 lavoratori, 450.000 soci, per un miliardo e seicento milioni di valore della produzione in tutti i settori produttivi. E parliamo solo delle nostre cooperative. Perché se a queste sommiamo anche le cooperative che operano in Liguria ma che non sono residenti nella nostra regione, il valore della produzione raddoppia.
Un futuro disegnato partendo dai dati fondamentali del presente.
Mattia Rossi, presidente di Legacoop Liguria: “In settori come i servizi alla persona, nella logistica, nel settore sociosanitario e socioassistenziale, settori in cui molte nostre cooperative operano, le tariffe sono troppo basse, non in linea con i tempi. E’ necessario un “tavolo” con i sindacati e con la committenza pubblica e tutte le parti datoriali noi compresi, perché in molti casi le cooperative sono esse stesse committenti. Dobbiamo aumentare i salari, adeguare i contratti. Il lavoro qualificato deve essere pagato il giusto, solo in questo modo potremo avere un welfare adeguato e servizi alle persone e dare prospettiva ai giovani per investire sul loro futuro nella nostra regione, permettendo loro di essere il cuore e la testa del rinnovamento dei luoghi e dei lavori”.
Dal 2018 al 2022 le imprese che hanno manifestato necessità di nuovo personale inteso anche come nuove professionalità, è passata dal 9,3% al 18,9%. Molto spesso si tratta in realtà di specializzazioni e adattamenti di professioni annoverate tra le professioni più tradizionali: “Ogni giorno dimostriamo la capacità di innovazione delle nostre cooperatrici e dei nostri cooperatori che immaginano ogni giorno il futuro delle loro imprese con un impegno costante per creare nuovi posti di lavoro con nuove professionalità nel contesto di modelli di sviluppo sostenibili. Lavoriamo da tempo in un’opera di divulgazione con scuole, università. Il risultato è che nascono nuove start up che scelgono il modello cooperativo. Questo è il contributo che Legacoop Liguria può dare, sommandosi ai lavori degli altri territori, alla conferenza programmatica per vincere tutti assieme la sfida che questa rappresenta per il nostro Paese”.
Al centro di questo percorso che attraversa il territorio in modo partecipato e democratico, coinvolgendo tutte le regioni, c’è il rilancio degli ideali originari del mutualismo. L’impegno a promuovere l’orizzonte della sostenibilità, mantenendo massimo l’impegno sul fronte della sicurezza sul lavoro, della partecipazione alla gestione delle cooperative, di una adeguata redistribuzione dei risultati economici. Una Legacoop più attrattiva e ospitale per le nuove generazioni e per le donne, più presente nelle periferie sociali. Una Legacoop impegnata nella sfida della promozione e dell’associazione di nuove cooperative invertendo la tendenza al declino degli ultimi due decenni, anche attraverso innovazione e digitalizzazione.
Simone Gamberini, presidente nazionale di Legacoop: “Intendiamo definire una proposta attrattiva e dare risposte concrete ai bisogni emergenti di fronte alle sfide che innervano le principali direttrici dell’innovazione economica e sociale: dalla sostenibilità e dalle transizioni energetica e digitale, alla promozione di un lavoro dignitoso e a condizioni paritarie, ad una rigenerazione urbana che veda protagoniste le comunità, alle opportunità per i giovani e per l’impiego delle loro competenze. È il contributo che, come attori che si collocano a pieno titolo nel campo dell’economia sociale, vogliamo dare per costruire un nuovo modello di sviluppo, più inclusivo e sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale”.
Per Fabrica erano presenti il nostro presidente Nicola Brizzi, la vicepresidente Daniela Cappelletti e l’architetto Davide Vitelli. Nicola nel suo intervento ha ribadito tutti i lati competitivi del modello cooperativo. Un modella che Fabrica alimenta e interpreta anche attraverso progetti di formazione che consentono ai giovani laureati di poter comprendere da subito la complessità, l’innovazione, l’utilità e la bellezza di quello che facciamo. E poi c’è il tema della sostenibilità declinata nelle sue tre dimensioni, economica, sociale e ambientale. Per Brizzi servono azioni concrete, misurabili e certificate, una sorta di ottavo principio dell’identità di ogni singola cooperativa, perché “il mondo cambia e deve cambiare anche il nostro, soprattutto perché i principi della transizione coincidono con i nostri valori”.
Anche Daniela ha parlato del ruolo fondamentale dei giovani all’interno della nostra società cooperativa. “Un modello capace ancora di coinvolgere ragazze e ragazzi che hanno la possibilità di diventare protagonisti in poco tempo dello sviluppo della società e di farlo in un clima accogliente. Il loro ingresso ci aiuta a comprendere il presenta e il futuro del nostro modo di fare e di essere impresa”. Nel farlo ha ricordato alcuni lavori importanti svolti da Fabrica negli ultimi anni, come la progettazione e la costruzione del nuovo Centro Direzionale di Coop Reno nato grazie alla collaborazione attiva con Politecnica una importantissima realtà cooperativa leader della progettazione e costruzione.