Evoluzione e crescita attraverso
un gruppo di lavoro dinamico.
L’esperienza in Fabrica
di Michele Codeglia
È stato interessante e faticoso fondere storie così lontane e diverse, che necessariamente ci rendono persone diverse, in molti casi in modo profondo.
Un percorso che unisce le persone non nasce necessariamente dalla chiara e limpida condivisione di un obiettivo, ma piuttosto dalla curiosità di un confronto, dalla prevedibile fatica nell’incastrare tutti i tasselli, dalla voglia di apprendere nuovi metodi e anche nuovi atteggiamenti verso le situazioni sia lavorative sia della vita.
Solo dopo si provano a fissare i veri obiettivi, al di là dell’ovvio scopo del profitto.
Allora si scoprono visioni, sentimenti, storie nascoste e straordinarie che rendono ciascuno, nessuno escluso, un tassello non più intercambiabile, ma necessario.
Come scie impalpabili ma ancora distinguibili, si intrecciano le relazioni più antiche con le nuove, si possono scoprire aspetti sorprendenti di persone note da anni, per poi capire che non è incoerenza, ma semplice cambiamento.
La formazione di un nuovo gruppo di lavoro prova pertanto a prendere forma, idealmente con infiniti confronti su regole, ruoli ed equilibri. Si studiano i documenti, si definiscono i numeri.
Siamo approdati in maniera decisa alla scelta della forma societaria: saremo una società cooperativa di progettisti.
Il futuro è salvo! A questo servono le certezze, i punti fermi e le pietre miliari. Nella forma cooperativa, decisamente la migliore per noi, tutti valiamo “uno”, i più esperti e i più giovani, tutti hanno gli strumenti per lavorare per il bene comune, in un assetto orizzontale che favorisce la partecipazione attiva ed estesa alla vita societaria.
Con la società cooperativa siamo riusciti a gestire e proporre spazi ben tagliati per i giovani ed è più facile il rapporto anche con colleghi non associati perché ai loro occhi non esiste un colosso a forma di piramide, di fatto non raggiungibile, ma una solida realtà orizzontale, accogliente per definizione.
Fino a questo punto è stato tutto progettato (è il nostro lavoro…) e di seguito realizzato, con l’ingrediente sicuro di una certezza di fondo data dalla scelta giusta.
Forse appagati per il lungo e positivo percorso, ci siamo detti in maniera convinta che si sarebbe dovuto aprire un periodo di stabilità, intesa come consolidamento di quanto appena raggiunto e un distacco piuttosto convinto da ogni idea di cambiamento, almeno nel medio periodo.
Con sorpresa, sgomento – a tratti – e stupore ci siamo presto resi conto che il nostro intento di stabilità, per come lo avevamo declinato, sarebbe stato spazzato via dal presente.
Un gruppo che cresce è infatti un sistema complesso che muta ogni giorno, evolve e involve in sottogruppi o per singoli, non è di fatto mai uguale a sé stesso. Nuovi contatti, nuove commesse sempre più complesse, nuovi metodi di lavoro, quali il BIM, nuove e folli velocità squarciano velocemente il velo delle convinzioni legate alla tradizione, ai luoghi dove noi tutti abbiamo mosso i primi passi professionali: un metodo di lavoro o di approccio al cliente vale per sempre (o quasi), oggi non vale più.
Abbiamo provato in modo estremamente diretto quanto l’innovazione e la ricerca porti benefici in termini di qualità e di crescita, senza il dubbio di dover attendere chissà quali congiunture future. Abbiamo capito come il “fare ricerca” sia possibile anche per gruppi relativamente poco numerosi.
La ricerca, al pari della formazione, è per noi divenuto un bisogno che affianca ogni idea di crescita e sviluppo.
La necessità di poter disporre di spazi e risorse di dimensioni variabili è stata un altro elemento emerso dall’osservazione delle dinamiche lavorative. Da qui si è sviluppata l’attenzione a individuare un corretto modello di rete, realizzata attraverso relazioni costruttive con altri colleghi e altre realtà professionali, dove svanisce il concetto di concorrenza a favore dell’idea di collaborazione e crescita condivisa.
Quanto sopra sono concetti oggi chiari, se vogliamo scontati, se decontestualizzati da una dimensione quotidiana.
L’analisi delle dinamiche del gruppo di lavoro si spinge oltre. Dobbiamo infatti conciliare le differenti competenze di ciascuno, che rimangono ben determinate, con una organizzazione generale di tipo dinamico e facilmente adattabile.
Un gruppo di lavoro deve quindi sviluppare la capacità di adattarsi in modo efficiente a situazioni specifiche e a scenari più generali. Sviluppare questa capacità è un percorso di maturazione, crescita, consapevolezza e forse coraggio per nulla scontato. È strettamente necessaria una costante e lucida analisi sulla situazione corrente e sulle prospettive a medio e lungo periodo.
Una volta consapevoli del tipo di approccio, occorre progettare e sperimentare le risposte concrete per attuare il concetto di “team dinamico”, che nel nostro caso hanno preso la forma del progetto FabricaLab.
Il percorso è appena iniziato e siamo convinti che innestare in una forma societaria orizzontale, giovane e aperta i concetti di innovazione, ricerca, formazione e rete come elementi fondanti che si sviluppano in un layout dinamico e adattabile sia una delle possibili risposte al rapido evolversi del mondo delle società e studi di progettazione di Architettura e Ingegneria.