Mi piace definirmi come uno ”da boschi e da riviera…”. Nasco e cresco a Quaratica, un piccolo borgo poco distante dal nostro ufficio. Crescere in un piccolo paese ti aiuta a crescere a contatto con la natura, a imparare a rispettarla, a capire l’importanza della terra. Quella che sporca le mani, quella bassa, che fa male alla schiena, ma che ti ripaga regalandoti l’emozione di raccoglierne il frutto.
A ottobre amo salire sugli alberi di olivo per raccogliere le olive e portarle a frangere. Il sapore dell’olio appena franto non ha prezzo. Stare sull’albero, in alto, ti fa vedere tutto da una prospettiva diversa. Passo molto tempo attorno alla legna. Così si dice qui da noi. Mi scaldo solo a legna, con un termocamino ben progettato da Michele (Codeglia). Arriva la primavera e vuoi non zappare (a mano) un pezzetto di orto per avere due pomodori di quelli veri, due fiori di zucca, qualche zucchino, un po’ di sedano, prezzemolo, basilico?
Ecco perché mi definisco ”da bosco”, perché amo sporcarmi le mani di terra. Passiamo alla parte ”da riviera.” Non disdegno le serate con gli amici, il buon vino, il buon cibo e le vacanze. Amo fare sport, non ho ancora attaccato le scarpette al chiodo, faccio parte della squadra di calcio degli ingegneri dal lontano 2001 e partecipo ancora a campionati amatoriali. Gioco a tennis almeno una volta alla settimana, e per lo sci ho una vera malattia. Mi piace la montagna, per qualche anno ho avuto una casetta in Val d’Aosta, dove fuggivo tutti i fine settimana per perdermi tra le piste e gli abeti innevati.
Ho due magnifici bambini, di 6 e 10 anni. Mi piace vederli crescere in questo paesello, osservare la loro libertà di muoversi. Arrivano a casa sporchi “lozzi”, li sgrido, ma penso che tutto questo sia bello, perché so benissimo cosa provano. Fortunatamente, molte di queste passioni le condivido con mia moglie. Se così non fosse, sarebbe impossibile.
Fabrica nasce da un evento tragico che ne ha segnato per sempre, e in maniera indelebile, la sua crescita e il mio cuore. Ho perso un amico prima che un socio, un punto di riferimento al quale ero molto legato e al quale mi ispiro ogni volta che ho un dubbio su come affrontare un problema sul lavoro. Maurizio era speciale e spesso mi ritrovo a pensare quanto sarebbe orgoglioso di noi.